Per contrastare la crisi dei chip che sta condizionando il mondo dell’automobile a ogni latitudine, causando ritardi nella produzione e nella consegna dei veicoli nuovi, negli Stati hanno pensato di realizzare internamente la costruzione di questi dispositivi, elargendo un investimento da oltre 52 miliardi di dollari per mettersi al passo coi Paesi orientali, che sono attualmente i leader di questo settore.
Una domanda sempre crescente
La crisi dei semi-conduttori porterà a una riduzione di 14 milioni di esemplari prodotti a livello globale nel corso dell’anno corrente. Un risultato sconcertante, al quale si lega anche una domanda di chip sempre maggiore e che è superiore del 20% rispetto a quella del 2019. L’industria di settore ha previsto che la domanda supererà l’offerta almeno per i prossimi sei mesi.
La maggioranza delle fonderie che producono i chip è a più del 90% del massimo, questo vuol dire che gli impianti esistenti non sono capaci di aumentare in modo sensibile la produzione e quindi ne servono di più. Il valore medio delle scorte è sceso dai 40 giorni del 2019 a meno di cinque giorni, con durate ancora più piccole in alcuni settori chiave. Questo significa che a fronte di una recrudescenza di Covid-19, con stop della produzione, la crisi sarebbe irreversibile.
Azioni anti crisi
Quello che preoccupa è la mancanza di chip digitali meno moderni, ancora usati nelle automobili. Anche i microprocessori analogici, come quelli utilizzati nell’alimentazione dei dispositivi, scarseggiano così come i circuiti stampati e i componenti discreti come diodi e condensatori. Le aziende hanno innalzato i prezzi per i microprocessori acquistati da intermediari, cosa che ha indotto il Dipartimento del Commercio a predisporre accertamenti.
Per questo motivo, Gina M. Raimondo, segretario Usa al Commercio, afferma che “il finanziamento domestico dei microprocessori è estremamente urgente e la Camera dei Rappresentanti sta preparando l’Innovation and Competition Act che prevede 52 miliardi di dollari in finanziamenti nazionali per aiutarci a creare soluzioni a lungo termine”.
Un’altra azione per superare la crisi riguarda la voglia di Intel di costruire un mega-impianto da 20 miliardi di dollari e più di 10.000 posti di lavoro. A comunicarlo ci ha pensato lo stesso presidente Biden, il governatore dell’Ohio DeWine e il ceo di Intel Pat Gelsinger. Ford e il colosso dei microprocessori Global Foundries hanno annunciato una partnership per innovare sui chip futuri, aspetto fondamentale dato che i veicoli elettrici richiedono molti più chip rispetto a quelli con motori a combustione interna. GM ha infine annunciato una partnership simile con 7 diversi produttori di microprocessori. Chissà se basteranno queste manovre per risolvere la crisi.
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