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Come tutte le sanzioni stradali anche la multa per eccesso di velocità è contestabile, ma ci devono sempre essere dei punti validi su cui costruire il ricorso: uno di questi è la taratura del tutor, obbligatoria per legge. Ecco come comportarvi.
Tutor: come funziona
I moderni sistemi elettronici per rilevare costantemente l’andatura dei veicoli infliggono sempre più multe per eccesso di velocità agli automobilisti sbadati.
Presenti sulle principali autostrade italiane, i Tutor (in Campania “Vergilius”) verificano costantemente le velocità medie dei mezzi in transito: possono sbagliare? Solitamente no, ma esistono dei casi specifici in cui potete pensare di contestare i verbali.
Uno di questi è il caso in cui il tutor non sia tarato nel modo giusto: ogni misuratore elettronico della velocità infatti, oltre a essere correttamente presegnalato da un cartello, è soggetto per legge a taratura periodica.
Quando questa legge non viene rispettata, voi potete fare ricorso contro la multa per eccesso di velocità.
Ricorso Tutor: cosa dice la legge
Come per gli autovelox e i sistemi di rilevazione delle infrazioni semaforiche, anche i tutor devono essere sottoposti a taratura periodica, nello specifico almeno una volta l’anno.
La Cassazione stabilisce in tal senso che sulla multa debba chiaramente essere indicata la data di quest’ultima taratura; è inoltre importante sottolineare che insieme alla datazione della taratura deve comparire quella di prima omologazione con la matricola delle apparecchiature utilizzate.
Se questi dati specifici fossero omessi nel verbale, esso sarà considerabile nullo e potrà dunque essere impugnato con il Giudice di Pace.
In sintesi: ricordate che nei verbali per eccesso di velocità non basta quindi la dichiarazione tipo “la perfetta funzionalità è stata verificata dagli agenti incaricati”, ma il decreto 282 del 13 giugno 2017 dice che vanno indicate le operazioni effettuate e l’esito delle stesse.
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