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Tassa sulle auto aziendali: cos’è cambiato da gennaio 2021

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Tassa sulle auto aziendali 2021

Le tasse relative alle auto aziendali sono più alte dal mese di gennaio 2021: ecco tutte le novità e gli aumenti relativi alla classe ambientale.

Cos’è il fringe benefit auto aziendali

Il problema della tassazione del fringe benefit relativo a chi guida un’auto aziendale è dovuto agli aumenti delle percentuali che si basano sulle emissioni di CO2: ma andiamo con ordine.

Prima di tutto è importante sottolineare che quando sentite parlare di fringe benefit ci si riferisce a quel compenso non elargito in denaro bensì sotto forma di offerte di servizi ai dipendenti di un’azienda.

Tra i più comuni c’è da sempre l’auto aziendale a noleggio a uso promiscuo, utilizzabile sia per l’attività lavorativa che per le esigenze personali: proprio in questo caso c’è però da tener conto dell’incremento della quota tassabile a carico del lavoratore, espressa in una percentuale del costo chilometrico annuo calcolato dall’Aci in base al modello, individuando così di fatto i km sottoposti a tassazione.

La nuova tassazione dell’auto aziendale

Fatte queste premesse è importante sapere che fino al 1° luglio 2020 la tassa pagata dal dipendente era fissata al 30%, mentre successivamente questo importo è cambiato sulla base delle emissioni di CO2.

Nello specifico sono infatti state individuate 4 fasce:

CO2 fra 0 e 60 g/km – riduzione al 25%
CO2 fra 61 e 160 g/km – riduzione al 30%
CO2 fra 161 e 190 g/km – rialzo del 40%, che dal 1° gennaio 2021 è salito al 50%
CO2 con più di 190 g/km – rialzo del 50%, che dal 1° gennaio 2021 è salito al 60%

Cosa è cambiato? Che dal 1° gennaio 2021 è scattata per tutti la procedura di omologazione europea Wltp, che ha sostituito la precedente Nedc, portando però con sé dati più penalizzanti: le tabelle infatti sono rimaste riferite ai precedenti valori, cambiando però le specifiche. Tutto ciò ha dunque riscontri negativi sulle soglie del fringe benefit (legge di bilancio 2020 del 27 dicembre 2019, n. 160 art. 1 comma 632), che resta quindi da rivalutare direttamente tra azienda e dipendente per valutarne l’effettivo beneficio finale.

Una buona notizia sul fringe benefit 2021

Detto ciò, c’è però da segnalare una buona notizia: a luglio, nel decreto sostegni appena approvato dal Governo, è infatti stato confermato il raddoppio della soglia di detassazione, in supporto del welfare aziendale.

Cosa significa? Che anche nel 2021 la parte detassata relativa a beni e servizi riconosciuti ai lavoratori dalle imprese, cioè proprio i cosiddetti fringe benefit, passa da 258,23 a 516,46 euro. Raddoppia così il valore che non concorre al reddito imponibile né ai contributi.

La decisione, che poteva valere soltanto per il 2020 ma è stata confermata anche per il 2021, rappresenta un altro passo in avanti nell’espansione del settore del welfare aziendale, che sta dimostrando le sue potenzialità anche in Italia, soprattutto negli ultimi anni.

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