Presentata al pubblico per la prima volta nel 1974, la Volkswagen Golf è un’auto compatta che, in breve tempo, è diventata un’icona famosa nel mondo.
La sua storia comprende numerosi fasi che vedono una progressiva evoluzione stilistica e funzionale del veicolo che, pur modificandosi notevolmente nel corso del tempo, ha comunque mantenuto un’impronta inconfondibile.
In quarant’anni di storia si sono susseguite sette generazioni di vetture, a partire dal 1974 quando la Golf fu considerata la naturale erede del Maggiolino.
Le sue innovative caratteristiche tecniche, consistenti nel motore anteriore collegato alla trazione pure anteriore, abbinate a un design inconfondibile e a un’estrema praticità degli interni, hanno contribuito al suo grandissimo successo.
Prima generazione (1974-1983)
Risale alla primavera del 1974 la presentazione a Monaco del primo modello della Golf 50 VV, progettato da Giorgetto Giugiaro, il designer italiano ingaggiato dall’industria tedesca per rivoluzionare il concetto di auto della classe media.
Grazie alle linee tese, ai tagli fin troppo netti ed ai volumi ridotti, il progetto di Giugiaro fu in grado di realizzare una creazione completamente in antitesi con il tanto amato Maggiolino.
Poco più di due anno dopo, nel giugno 1976, venne presentata al Salone di Francoforte la prima Golf GTI 110 CV, seguita a settembre dalla Golf Diesel 50 CV.
Un mese dopo l’industria tedesca produsse la milionesima vettura.
Nell’estate del 1978 la Volkswagen emise sul mercato una nuova Golf con cui fu superato il valore di due milioni di unità. Nel luglio dello stesso anno ebbe inizio l’avventura americana dell’auto che venne prodotta presso stabilimenti Statunitensi con la denominazione di Golf Rabbit.
A Saint Tropez, sulla Costa Azzurra, scenario fiabesco di gran lusso, l’industria tedesca presentò la prima Golf Cabriolet, nel marzo del 1979.
A partire dal marzo 1982 ebbe inizio la produzione delle storiche Golf Turbodiesel 70 CV, che inaugurarono una nuova era nella storia del marchio.
Con la diffusione dei motori a gasolio, la Volkswagen propose due differenti tipologie di cambio a cinque rapporti, nell’ottica di un rinnovamento totale.
In questo periodo nacque anche il primo pick-up, chiamato Caddy, che successivamente cambiò nome per tre volte, con la denominazione di Jetta, Vento e Bora.
Seconda generazione (1983-1991)
Nel 1983 nacque la Golf 2, migliorata nell’aspetto estetico, con maggiore spaziosità in seguito ad una nuova progettazione degli spazi interni.
Il designer Herbert Schafer rinnovò l’estetica senza stravolgere il modello di Giugiaro, apportando anche alcune modificazioni alla parte meccanica, con l’introduzione del servosterzo.
Sempre in questo periodo vennero introdotte altre innovazioni, come la trazione integrale Syncro accoppiata all’ABS, la climatizzazione, la variante catalitica, tutte modifiche che contribuirono al sempre maggiore successo della macchina, diventata ormai uno status-symbol.
Nell’estate del 1987 nacque la famosa Golf G60, un’autovettura sportiva a trazione integrale con motore di 160 CV che, due anni dopo, fu emessa in soli 70 esemplari, come Golf Limited.
Terza generazione (1991-1997)
Dopo 17 anni di produzione, nel 1991, la Golf decise di voltare pagina, aprendo una nuova era caratterizzata da soluzioni tecniche finalizzate ad una maggiore efficienza e sicurezza.
Nel 1992, la terza generazione di Golf si conquistò il titolo di Auto dell’Anno, continuando a creare differenti varianti di carrozzeria, con la famosa due volumi affiancata dalla Golf Cabriolet, e, per la prima volta, dalla famigliare Golf Variant.
Hartmut Warkuss fu il designer che progettò i modelli di questo fortunato periodo, durante il quale il telaio fu dotato di nuovi longheroni per assorbire meglio gli eventuali urti e le fiancate vennero rinforzate rendendo più rigide le portiere.
Inoltre le tecniche costruttive per la prima volta furono pensate per riutilizzare i materiali, per rispettare un basso impatto ambientale e diminuire l’inquinamento mediante l’impiego di sostanze prive di solventi.
La Golf fu una delle prime auto a montare lo Start & Stop del motore, consistente in un sistema automatico che, dopo lo stop, spegneva il motore, per riaccenderlo automaticamente non appena il pedale del freno si alzava.
La Volkswagen introdusse inoltre il Cruise Control, un nuovo dispositivo per massimizzare l’efficienza di marcia.
Nel 1992 fu presentata la Golf Europe, in occasione del Trattato di Maastricht, seguita da alcuni storici modelli dedicati a star della musica, come la Golf Rolling Stones e la Golf Bon Jovi.
Quarta generazione (1997-2003)
Nel 1997 l’industria tedesca produsse la Golf IV per Papa Benedetto XVI; i modelli di questa quarta generazione erano rivolti ad una clientela ancora più selezionata ed esigente, arrivando ad essere i più venduti in Europa negli anni duemila.
L’installazione della frizione a funzionamento idraulico, l’introduzione di autotelefono GSM, il navigatore satellitare GPS ed altre importanti innovazioni contribuirono a perfezionare la produzione del veicolo.
Tra le novità più importanti di questa generazione ci fu la trazione integrale 4Motion con differenziale Haldex a gestione elettronica e il cambio automatico a doppia frizione DSG.
Quinta generazione (2003-2008)
Marc Lichte diventò il designer della Golf che, per opera sua, assunse caratteristiche di notevole modernità, diventando più massiccia e maggiormente stabile e sicura.
La monovolume Golf Plus, la Cross Golf, la Golf Country e la familiare Golf Variant, fino ad arrivare alla Golf Bifuel G segnarono la storia della quinta generazione di questo veicolo, ormai considerato un’icona indiscussa.
Sesta generazione (2008-2012)
La Golf VI è frutto dell’opera del designer Walter de Silva che è stato in grado di reinterpretare il look della generazione precedente per presentarlo in chiave più attuale e perfezionata, in vista della settima generazione, presentata nel settembre 2012 e nata dalla collaborazione con Klaus Bischoff, per opera del quale, nel 2013 si è aggiudicata il premio di Auto dell’Anno.
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