Al pari di altre vetture che hanno segnato un’epoca, la Citroën 2CV è un’icona che a suo modo ha fatto la storia dell’auto. Scopriamo la storia e il restyling di Citroën 2CV, vediamo com’era e come il suo nome è stato ripreso per creare il modello attuale.
Una storia avvincente per un’auto speciale
La Citroën 2CV è una vettura che hanno amato in tanti, ma altrettante persone non capiscono il perché, forse perché valutano in modo freddo e troppo coerente aspetti come le prestazioni, l’efficienza e la presenza di qualche difettuccio che in un’auto “qualunque” non dovrebbe esserci.
Non si può certo affermare che la Citroën 2CV sia stata un mostro della tecnologia, neppure all’epoca in cui è stata prodotta, e potete stare certi che non ha fatto la storia per i successi nelle competizioni, come l’Alfa Romeo, la Ferrari e la stessa Citroën, vincente con la Xsara, la C4 e la DS3 in più di un mondiale World Rally Cars.
La Citroën 2CV è un simbolo storico che ha contraddistinto un’epoca e un intero ceto sociale, definito nel senso più bello del termine e senza alcuna allusione politica; nasce ancora prima della seconda guerra mondiale grazie all’iniziativa di Boulanger, un esperto di alta finanza che salvò la Citroën da una crisi finanziaria terminale, che decise al seguito della sua impresa economica di prendersi una vacanza in una zona di campagna, precisamente in Auvergne.
Sul posto si permise di osservare il comportamento dei contadini, che effettuavano lunghe tratte in sella a due cavalli con lo scopo di portare le uova fresche da una parte all’altra; disegnò così la sua idea, cioè un veicolo che fosse in grado di attraversare il terreno solcato delle campagne francesi senza che le uova si rompessero, un’auto che avesse delle sospensioni con un’eccezionale escursione e avesse delle caratteristiche specifiche per servire i contadini durante il loro lavoro.
Il nome 2CV deriva proprio da questa storia quasi surreale e fantastica, che ha una vena romantica in grado di emozionare un poco anche il possessore di una Porsche.
Inizialmente la Citroën 2CV stentò a decollare, non tanto per le sue qualità, ma perché era talmente assurda e forse brutta, che anche al tempo nessuno la definiva un’auto normale; era una sorta di brutto anatroccolo su 4 ruote.
Invece, alla prima presentazione un poco seria e indirizzata alla vendita, il veicolo ebbe un successo talmente elevato che qualcuno dovette mettersi in lista d’attesa e aspettare ben 2 anni e mezzo per averla. L’auto divenne presto un simbolo del popolo, un po’ come la mitica 500 in Italia; la 2CV era un’auto economica che quasi tutti poterono permettersi e divenne così uno di quegli oggetti che in ogni famiglia sembrano avere un’anima e fanno parte per sempre della propria vita.
I modelli più rari e famosi di Citroën 2CV
Il primo modello di Citroën 2CV fu la TPV, un veicolo essenziale che non poteva attirare l’attenzione per la sua bellezza e che venne presto rinnovato grazie alla collaborazione con Flaminio Bertoni, uno stilista che contribuì a rendere le linee di quest’auto molto più morbide ed eleganti. La Citroën 2CV Spot ne è l’esempio lampante, con i suoi interni che ricordano le sdraio dei bagni marini e una carrozzeria dai colori estivi e allegri; pratico e bello il tettuccio apribile, ancora adesso un “must have” in tutti i veicoli di tendenza.
Un altro modello da ricordare è la Citroën 2CV Sahara 1, dotata di trazione integrale permanente, garantita non certo da un robusto albero di trasmissione, bensì da una soluzione sincera e un poco comica, cioè l’utilizzo di due motori, uno anteriore e uno posteriore.
Successivamente uscì sul mercato un modello speciale, chiamato
Citroën 2CV Cocoricò, contraddistinto dalla presenza dei colori della bandiera francese sfumati sulle fiancate.
La Citroën 2CV che forse merita maggiore considerazione dal punto di vista storico è la Charleston, con i suoi colori nero e amaranto, nero e verde oppure nero e grigio alternati in maniera netta anche fra gli pneumatici e i cerchi di ferro. In questo caso siete di fronte a una scelta di stile davvero azzeccata, in grado di rendere nobile un veicolo nato per i poveri.
Un esempio davvero interessante consiste invece nelle Citroën 2CV 70Th Anniversary, un omaggio alla storia dell’auto che riprende il meglio di questa vettura e lo offre a tutti gli appassionati. Questo veicolo non presenta alcuna innovazione ma ricalca perfettamente le caratteristiche della vecchia cara 2CV, sia nell’estetica che nella meccanica.
La nuova Citroën 2CV fra il miraggio e il goffo tentativo di imitazione
La Citroën 2CV è un’auto mitica, di cui un altro buon esempio è la Lancia Delta Integrale o la Fiat 500. Se quest’ultima è stata ben ripresa dall’azienda italo-americana e rinnovata nel modo giusto, negli altri 2 casi non si può certo dire che gli addetti ai lavori abbiano fatto centro.
La nuova 2CV non esiste proprio e viene spesso vista in maniera molto forzata nella linea della Revolte Concept, della C-Cactus e di altri prototipi che non sono mai evoluti alla tridimensionalità. Detto fra noi, mai come in questo caso è meglio rimanere fedeli ai fasti del passato.
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