Gli italiani sono sempre stati un popolo all’avanguardia, dalle arti alla letteratura. Anche nel campo dell’industria hanno lasciato segni tangibili, soprattutto nel settore automobilistico.
Ferrari, Fiat, Lancia: marchi conosciuti in tutto il mondo e che hanno saputo affrontare le sfide del nuovo millennio.
Fra queste spicca l’Alfa Romeo, società milanese che nel secolo scorso, fra difficoltà e grandi entusiasmi, ha prodotto esemplari intramontabili.
La Giulietta è sicuramente fra questi.
Giulietta, genesi di un nome di successo
Apparirà chiaro a tutti il riferimento shakespeariano del nome Giulietta.
Inizialmente il prototipo doveva chiamarsi Tipo 750, come il relativo piano industriale messo a punto dal 1951.
Una leggenda narra che nel corso di una cena di rappresentanza a Parigi fra i dirigenti della Alfa Romeo e il concessionario parigino, un cantastorie di origine russa, riferendosi agli industriali italiani, abbia detto: vedo otto Romeo, ma nessuna Giulietta!
Da qui, pare, abbiano scelto il nome, dal forte senso di appartenenza italiano ma tuttavia dalla grande proiezione internazionale.
Il miracolo Giulietta del 1955
Una vettura potente, con frenata eccezionale, con consumi bassi, ampio bagagliaio e un prezzo accettabile. Caratteristiche facevano da sfondo alla sua straordinaria bellezza e signorilità.
Quando nel 1955 fu presentata al mondo l’Alfa Romeo Giulietta al Salone dell’Automobile di Torino, nessuno si sarebbe aspettato un tale colpo di genio da parte di una società che era passata da pochissimo da un sistema organizzativo artigianale a uno industriale, con la produzione almeno duecento vetture al giorno.
La rivista Quattroruote ebbe la fortuna di pubblicare il suo primo numero della rivista con la Giulietta, un onore che, come vedremo, otterrà nel corso degli anni più volte.
Il successo commerciale della Giulietta fu confermato dal raggiungimento delle oltre 100.000 vetture prodotte, del conseguente restyling del 1961 e delle versioni speciali, fra cui spiccano quelle realizzate appositamente per le competizioni automobilistiche.
La seconda serie Giulietta, prodotta nel 1977 in contesto di forte crisi
La figlia della crisi petrolifera del 1973 è senza dubbio la seconda serie della Giulietta. Un’auto austera fin dalla prima linea tracciata, con il compito arduo di non disattendere le aspettative create dalla Giulia e di non deludere un mercato duramente colpito dalla crisi economica.
Le premesse non erano affatto incoraggianti: la Giulietta del 1977 appare inferiore, anche nel prezzo, all’Alfetta: nonostante le due vetture avessero una parte di componentistica in comune (pianale, motori e meccanica) restava l’Alfetta il ruolo di berlina elegante.
Ne seguirono altre due serie di produzione, del 1981 e del 1983, ma tutto sommato il ruolo della Giulietta fu relegato a quello di una principessa in soffitta.
2010, il riscatto della bella principessa
Premi, riconoscimenti, successi mediatici: la Giulietta nella prima decade del 2000 torna a far parlare di sé ed esce dalla soffitta della crisi economica e petrolifera.
La vettura inizialmente non doveva neanche chiamarsi così: prima Zar, poi Milano, infine fu scelto il nome storico e di successo che tutti avrebbero riconosciuto a quell’esemplare.
La Giulietta torna nel 2010 calcando le passerelle del Salone dell’Automobile di Ginevra, forte del successo del design della 8C Competizione, proseguito poi con la serie MiTo. A richiamare lo stile ancestrale degli anni Cinquanta sono soprattutto gli interni della vettura, e in particolare il contagiri e il tachimetro.
Comoda, scattante, elegante ma sportiva: è lo stile italiano adatto a tutta la famiglia, dai più giovani ai più adulti. È inoltre estremamente sicura, avendo superato brillantemente le prove di impatto Euro NCAP, ottenendo il massimo risultato di cinque stelle.
È stata eletta Auto Europa 2011 dai giornalisti di settore, premiata come Compact Car Of The Year in Francia, ha ottenuto una menzione d’onore da parte dell’Associazione per il disegno industriale durante la XXIII edizione del Compasso D’Oro, inoltre anche il famoso spot con Uma Thurman ha vinto il premio come migliore campagna del 2011 agli NC Awards.
Insomma è la regina italiana delle auto insieme all’indimenticabile Fiat 500!
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