Il marchio francese Alpine è sempre stato sinonimo di sportività ed eleganza. Fin dagli inizi della propria esperienza, questa casa automobilistica ha proposto vetture iconiche dalle grandi prestazioni.
Nelle righe seguenti, vi illustriamo brevemente tutto ciò che riguarda la storia della Alpine, con la possibilità di ripercorrere oltre sei decenni. In questo modo, potete scoprire i lati più intriganti di un marchio diventato leggenda, anche grazie al suo rapporto diretto con la Renault.
Le origini della Alpine
La nascita della Alpine risale addirittura al lontano 1954, quando il concessionario e pilota transalpino Jean Rédélé diede vita ad un progetto straordinario. Il primo prototipo, Marquis, fu presentato al salone automobilistico di New York. Col passare degli anni, entrarono in produzione alcune vetture capaci di segnare la storia del loro settore. Ecco alcune delle più importanti.
- Alpine A106 nacque nel 1955 e derivava dalla Renault 4CV. Tra i suoi punti di forza, vi segnaliamo un innovativo telaio tubolare e una carrozzeria in vetroresina. Una vera e propria primizia nel suo genere.
- Alpine A108 entrò invece in produzione nel 1958 e fu l’erede naturale della A106. La vettura piacque non solo agli appassionati della sportività, ma anche ad un pubblico di tipo trasversale.
- Alpine A110 fu la definitiva consacrazione del marchio. Lanciata nel 1961, rimase in produzione per dodici anni e si ispirava alla Renault 8, conseguendo numerosi successi nel mondo dei rally.
- Alpine A310 fu il tentativo del brand di raggiungere le massime prestazioni per un pubblico più trasversale, ma non riscosse un notevole successo.
L’ingresso nel mondo dei rally
Fu proprio grazie alla Alpine A110 che il marchio vide le maggiori soddisfazioni dal punto di vista prestazionale. Il pilota francese Jean-Claude Andruet si aggiudicò il campionato europeo a bordo di questo modello, mentre nel 1971 la Alpine vinse il prestigioso Campionato Mondiale Costruttori, autentico progenitore del mondiale rally dei tempi nostri. La prima vera edizione iridata fu vinta proprio dal brand nel 1972. Il 1978 fu invece l’anno della vittoria nella 24 Ore di Le Mans, a bordo di una Renault-Alpine A442B. L’unione dei due nomi non è casuale, dato che nello stesso anno diedero vita alla loro reciproca fusione.
Il declino, l’addio e il grande ritorno
Col passare dei decenni, Alpine limitò al minimo il proprio impegno nel mondo dell’automobilismo. Il brand sparì in maniera progressiva dalle competizioni sportive e i modelli GTA e A610, uniti alla Renault 5 GT Turbo, non ottennero risultati lusinghieri sotto l’aspetto relativo alle vendite. L’azienda stava continuando a calare in maniera evidente, fino alla sua definitiva chiusura stabilita nel 1995. Tuttavia, Alpine è riuscita a trovare il sistema giusto per risorgere dalle sue ceneri e ridare al proprio nome il lustro da sempre meritato.
Nel 2012, l’azienda avvia una collaborazione con il marchio inglese Caterham. Dopo due anni, il brand francese va avanti da solo in seguito all’abbandono del suo partner. Il 2015 è l’anno del sessantesimo anniversario e l’azienda propone due prototipi, A110-50 e Celebration. Nel 2016, il marchio torna a vincere competizioni sportive. Nel caso, un team brandizzato vince il trofeo costruttori del Mondiale endurance WEC e un trio formato dal francese Lapierre, dall’americano Menezes e dal monegasco Richelmi vince il titolo piloti.
La vera rinascita si concretizza nel 2017 con il lancio del fortunato modello Alpine A110, dalle prestazioni davvero rilevanti. La vettura eroga una potenza massima da 252 cavalli, che sale fino a 292 nella sua versione ultra-sportiva denominata S. La carrozzeria in alluminio piace ad un’ottima fetta di pubblico. A tutto ciò, bisogna aggiungere altri due successi nella 24 Ore di Le Mans nella categoria LMP2 da parte della Alpine A470, con alla guida i transalpini Lapierre e Thiriet e il brasiliano Negrao.
Foto di copertina: Charles01 [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons
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