I simulatori di guida auto più moderni si stanno sviluppando negli ultimi anni sfruttando principalmente la Realtà Virtuale (VR, Virtual Reality) e la Realtà Aumentata (AR, Augmented Reality). Ecco come funzionano applicati alla Scuola Guida.
Come funzionano i simulatori di guida
I simulatori di guida professionali moderni hanno origini legate al mondo dei videogiochi radicate negli ultimi decenni del secolo scorso: i cosiddetti “videogiochi di guida” (racing game) sono inizialmente nati per pilotare un veicolo in un’ambiente virtuale, ma realistico, che facesse sentire il giocatore al centro della scena. Nello specifico, infatti, i primi modelli ricostruivano circuiti, città e strade per far vivere vere esperienze virtuali di corse motoristiche.
Negli anni, questi videogiochi si sono evoluti diventando dei veri simulatori, utilizzati sia nelle sale divertimento che nelle autoscuole: i vantaggi? La possibilità di imparare ad affrontare i possibili pericoli della strada e le varie condizioni atmosferiche senza rischi, attraverso una simulazione inscenata di percorso stradale e l’uso di un motore fisico. I contro? A causa del basso livello di coinvolgimento tecnologico la reale percezione del pericolo al volante era scarsa, come in un qualsiasi videogioco.
Per questo motivo le tecnologie più recenti si sono occupate di alzare il livello di realtà percepita e sfruttano schermi che riproducono la strada, il volante, i pedali del freno e dell’acceleratore, il cambio, eccetera, sfruttando anche i moderni visori 3D.
Come funzionano i simulatori di guida per le autoscuole
Per i suddetti motivi, oltre ai vari settori di applicazione, uno degli sviluppi più recenti dei simulatori di guida auto riguarda il mondo dell’istruzione nelle Scuole Guida, con laboratori virtuali, simulatori e ambienti di apprendimento in 3D.
Questi simulatori per autoscuole uniscono realtà virtuale e aumentata alla classica pratica per prendere la patente, adottando così una formazione innovativa e cambiando il primo approccio degli aspiranti automobilisti. Alcune autoscuole italiane sperimentano con successo questi innovativi metodi d’insegnamento sfruttando visori ottici 3D con dispositivi elettronici e applicativi efficaci, basandosi sulle varie ricerche che attestano lo studio esperienziale attraverso VR e AR come più incisivo per apprendere i concetti base, mantenendo vivo l’interesse degli allievi.
C’è da dire che però i costi sono molto alti e dunque in Italia non siamo ancora pronti per sfruttare al massimo le guide simulate in autoscuola in forma ufficiale: non esistono ancora simulatori abilitati, ma il primo passo concreto all’adeguamento sta nel Decreto del Ministero dei Trasporti emesso in data 17 agosto 2017.
In conclusione, l’obiettivo dichiarato di questi sistemi è quello di sperimentare virtualmente le varie situazioni al volante, superando difficoltà legate ai concetti più difficili del Codice Stradale e limiti, ma va sempre tenuto presente che solo con la pratica si può davvero imparare a guidare, imparando a far realmente fronte alle possibili emergenze.
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