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Pirelli: la grande storia di un’azienda importante anche in F1

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La Pirelli simboleggia insieme ad altri pochi gruppi l’eccellenza dell’industria italiana.

L’azienda nacque nell’anno 1872, una società in accomandita semplice (Sas) il cui scopo era produrre articoli di gomma. Il successo dell’attività fu palesemente elevato, tanto che già nel 1873 venne costruito il primo stabilimento industriale, mentre nell’anno 1883 l’azienda divenne una società in accomandita per azioni. Nel 1885 e nel 1894 vennero rispettivamente lanciati i primi due prodotti dedicati alla mobilità; prima la Pirelli fabbricò le liste di gomma che montavano le carrozze, successivamente costruì il suo primo pneumatico destinato ai velocipedi.

Nel 1901 l’azienda italiana produsse la prima gomma destinata alle automobili, fatto che consentì alla Pirelli di espandere celermente i propri confini; infatti furono aperti numerosi altri stabilimenti in varie località del mondo e precisamente: Barcellona nel 1902, Southampton nel 1913 (Inghilterra), Buenos Aires nel 1917, Manresa nel 1924 (Spagna) e Burton on Trent nel 1928 (Inghilterra).

Nell’anno 1929 la Pirelli aprì uno stabilimento anche in Brasile, dopo che nel 1922 entrò definitivamente a far parte del mercato azionario venendo quotata alla Borsa di Milano.

La Pirelli fra tecnologia e innovazione

La Pirelli ha raggiunto in poco tempo una rapida espansione essendo di diritto un grande gruppo industriale che ha saputo imporsi sia come realtà industriale che economica in tutto il mondo. Nel corso degli anni immediatamente successivi alla sua nascita e affermazione sul mercato, l’azienda non si è mai accontentata degli obiettivi realizzati, ma ha sempre promosso la ricerca e l’innovazione raggiungendo altrettanti traguardi importanti che ancora oggi sono un motivo di vanto.

Nel 1949 ebbe inizio il progetto relativo allo pneumatico Cinturato, la prima gomma radiale fabbricata dalla Pirelli; si trattava di un prodotto molto robusto per l’epoca, che presentava una cintura di tessuto fra il battistrada e la carcassa, soluzione che ancora ora è alla base della costruzione di ogni pneumatico con il fine di renderlo più resistente agli urti e alle forature, nonché più prestazionale alla tenuta di strada.

Tutto ciò portò l’azienda a raggiungere elevati standard qualitativi riconosciuti in tutto il mondo; lo pneumatico Cinturato Pirelli venne continuamente migliorato e prodotto in serie in diverse tipologie, cioè P7, P8 e P6. L’azienda continuò a crescere e aprì ulteriori stabilimenti in Grecia e Turchia.

A partire dal 1980 la Pirelli dedicò la sua esperienza anche alla fabbricazione di pneumatici per motocicli.

Il ventunesimo secolo secondo Pirelli

In questi anni l’azienda lascia spazio a tutte le nuove tecnologie computerizzate e robotizzate che siamo oramai abituati a vedere in ogni processo industriale. Gli pneumatici Pirelli vengono costruiti mediante la MIRS (Modular Integrated Robotized System), un sistema integrato fondamentale per garantire la massima sicurezza di ogni gomma; la tecnologia CCM (Continous Compound Mixing) è invece un ulteriore metodo computerizzato che consente di studiare le mescole e sperimentare l’efficacia di nuovi materiali.

A partire dall’anno 2006 la Pirelli si espande anche nell’est europeo, aprendo fabbriche sia in Romania sia in Russia, mentre nel 2009 viene realizzato lo stabilimento di Settimo Torinese, dove ha inizio la produzione del nuovo Pirelli Cinturato P7, sempre più prestazionale e prodotto secondo i più recenti dettami ecologici.

La Pirelli e la Formula 1

L’azienda milanese è tutt’ora il fornitore ufficiale degli pneumatici per la Formula 1. Si tratta senza dubbio di un fatto che supera il semplice riconoscimento; è piuttosto la definitiva dimostrazione della crescita tecnologica dell’azienda, capace di dare alle vetture più prestazionali esistenti al mondo degli pneumatici assolutamente all’altezza del veicolo, specie se si tengono in considerazione le potenze attualmente in gioco e gli standard di sicurezza sempre più rigidi.

In ogni caso, la Pirelli ha cominciato la sua avventura in Formula 1 ben 70 anni fa, quando gli pneumatici Stelvio consentirono all’Alfa Romeo di Nino Farina di vincere il Campionato del Mondo. L’azienda negli anni a seguire continuò a fornire gli pneumatici alla casa del biscione vincendo altri 5 titoli mondiali, 3 con Manuel Fangio e 2 con Alberto Ascari.

La tecnologia di quegli anni non era ancora stata gratificata dai moderni pneumatici tubeless, che arrivarono in F1 dopo gli anni ’60. La Pirelli presentò il modello CN54, la prima gomma ribassata, dalla spalla più robusta e più vicina al battistrada. Fu così che negli anni ’80 l’azienda italiana equipaggiò le scuderie Brabham, Toleman e Benetton; i piloti Gerhard Berger e Nelson Piquet poterono contare su uno pneumatico morbido capace di garantire fantastiche prestazioni in trazione, ma duro nella parte più prossima all’asfalto, caratteristica che permetteva alla gomma di consumarsi molto meno durante le gare.

Si arriva così a giorni nostri, anni in cui la FIA (Federazione Italiana Automobilismo) ha stabilito che per lo svolgimento di una stagione sportiva le scuderie debbano contare su un fornitore unico per gli pneumatici. La Pirelli già da diversi anni offre il suo grande contributo all’innovazione, fabbricando le gomme per gli straordinari mezzi monoposto che vediamo girare sui più famosi circuiti del mondo.

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