Avete pagato il ticket per il parcheggio, siete arrivati oltre il tempo prestabilito, troppo tardi e sul parabrezza avete trovato l’odiosa sanzione amministrativa, la multa. Ma è legittimo questo tipo di sanzione? Come bisogna comportarsi di fronte a questa fattispecie. Vediamo di fare un po’ di chiarezza al riguardo: intanto ci viene in soccorso una nota del 2015 del ministero dei Trasporti che ha stabilito che, ai fini della legittimità delle multe per scadenza del biglietto, è obbligatorio che vi sia un regolamento comunale a definire la sosta sulle strisce blu e a stabilire la potenziale sanzione nel caso in cui la sosta si prolunghi più del dovuto. Secondo il ministero, dunque, non sarebbe possibile multare una persona che ha mantenuto la propria auto nel parcheggio a pagamento oltre il tempo stabilito dal ticket, al massimo gli sarà possibile chiedere un’integrazione del pagamento già avvenuto.
Costo sanzione
Nella maggior parte dei Comuni italiani la multa per chi occupa il parcheggio oltre l’orario indicato dal ticket è di 41 euro, uguale all’importo previsto in caso di mancanza assoluta del biglietto. Tuttavia i regolamenti comunali possono prevedere misure più o meno severe secondo la loro discrezionalità.
Soglia di tolleranza
In alcuni Comuni d’Italia è stato pensato un termine di tolleranza, un lasso di tempo entro il quale è possibile evitare ogni sanzione. Si parla in questi casi di ravvedimento operoso: l’automobilista che non rispetta il parcheggio a pagamento, nel senso che vi sosta oltre il tempo consentito, può regolarizzare la propria posizione pagando quanto avrebbe dovuto originariamente versare per il periodo effettivo di sosta. Solitamente questo termine di tolleranza non supera le ventiquattro ore, scadute le quali potrà essere irrogata la multa vera e propria.
Il ricorso
Sono in molti a contestare la sanzione facendo ricorso al giudice di pace (entro 30 giorni dalla notifica o dall’accertamento) o al prefetto (entro 60 giorni). Tuttavia è difficile avere qualche possibilità di accoglimento: questo perché ormai l’orientamento della Cassazione è quello prevalente e la giurisprudenza è concorde nel riconoscere il parcheggio oltre il tempo pagato alla stregua di una contravvenzione stradale. Il ricorso è presentabile anche in caso di parchimetro senza bancomat: a partire dal 2016 i Comuni italiani sono tenuti ad installare parchimetri che consentono il pagamento tramite carta e bancomat, a patto che non ci siano problematiche tecniche.
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