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Le donne nelle fabbriche Citroën nella Prima Guerra Mondiale

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Le donne nelle fabbriche Citroën nella Prima guerra mondiale

Il ruolo delle donne all’interno delle fabbriche automobilistiche era molto rilevante già durante la Prima Guerra Mondiale. Un chiaro esempio è rappresentato dall’azienda francese Citroën, nel quale il gentil sesso ha occupato un ruolo di primo piano in tempi abbastanza remoti. Scopriamo insieme cosa facevano queste donne, pronte a mettere tutta la loro grinta e abnegazione a disposizione di una causa comune.

Un conflitto che si preannuncia cruento

La vicenda raccontata parte dal 1914, anno in cui si iniziava ad avvertire la sensazione di un conflitto sempre più imminente. André-Gustave Citroën era stato arruolato nell’artiglieria pesante, occupandosi ovviamente degli autoveicoli. Nel mese di agosto di quell’anno, le truppe tedesche erano passate per il Belgio prima di avvicinarsi a Parigi. L’artiglieria stava assumendo un’importanza sempre maggiore in quella che veniva considerata come una guerra di posizione. L’esercito francese soffriva una forte carenza di munizioni e decise di richiamare dal fronte Citroën, insieme agli altri industriali Peugeot e Renault. Fu così che partì la riscossa transalpina grazie anche all’operosità delle donne locali.

Cosa fu fatto da André-Pierre Citroën

Citroën decise di costruire una flotta costituita da oltre 10 mila granate Shrapnel a cadenza quotidiana. André non fu fermato da alcuna difficoltà economica e creò una società tutta sua, mirata proprio alla realizzazione e produzione di granate. Nel 1915, André diede vita ad una fabbrica da zero, con risultati straordinari ottenuto nel giro di pochissimo tempo. Fu un vero e proprio capolavoro, da molti considerato quale un miracolo che rendesse fiera tutta la Francia. Citroën puntò sulla catena di montaggio e chiese aiuto alle donne, essendo in notevole carenza di personale. Fu così che venne dato inizio ad un lavoro davvero straordinario sotto ogni punto di vista.

L’importanza delle donne nella catena di montaggio

La nuova fabbrica Citroën puntava molto sulla bravura delle donne, oltre a incitarle a partorire proprio nella loro stessa sede. Il fondatore André si rese conto delle capacità femminili dal punto di vista manuale, con una delicatezza e una sensibilità che solo loro potevano garantire. Adattò a suo piacimento le teorie relative alla catena di montaggio, rendendola molto meno alienante e più umana.

Con tali prerogative, nel 1918, Citroën lanciò una nuova fabbrica di automobili, che ottenne un grande successo soprattutto grazie al contributo delle cosiddette munitionettes. Ovviamente, queste ultime corrispondevano alle donne che erano riuscite a garantire i giusti armamenti alla Francia in vista della Grande Guerra.

Uno sviluppo straordinario proprio grazie alle donne

In maniera progressiva, i numerosi raggiunsero proporzioni straordinarie. André produsse macchine per creare automobili con l’ausilio di migliaia di operai e operaie. Non caso, nel 1920, più della metà dell’organico della fabbrica era costituito da esponenti del sesso femminile appartenenti al Double Chevron. Le donne potevano lavorare all’insegna del massimo comfort, con circa 4 mila spogliatoi, oltre un migliaio di lavandini e 250 wc.

Non mancavano un’efficiente infermeria, un ambulatorio ginecologico, una sala operatoria, una stazione per le radiografie. Inoltre, i figli piccoli delle operaie venivano accolti presso un apposito asilo nido, situato a Javel, e affidati a ragazze assunte per tale obiettivo. In un’altra proprietà, venivano invece ospitati le madri dopo il parto e i bambini con qualche anno in più.

Con queste premesse, Citroën si era reso conto di quanto fosse importante garantire a ciascun suo dipendente le condizioni di lavoro migliori per ottenere grandi risultati, privilegiando ovviamente il ruolo di donne sempre più performanti.

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