Presentata al Salone dell’Auto di Torino nel 1950, Lancia Aurelia B20 è stata una delle vetture più desiderate dell’epoca, tra le più iconiche del marchio. Ecco la sua storia e il suo valore, anche come simbolo del periodo storico della Dolce Vita.
L’uscita della Lancia Aurelia B20
Lancia Aurelia ha debuttato con successo al Salone dell’Automobile di Torino del 1950, anno in cui l’Italia e il mondo si lasciavano alle spalle il decennio di morte e distruzione segnato dalla Seconda Guerra Mondiale.
Solo un anno dopo, visto il suo immediato successo, nasce il primo coupé B20 con motore 2 litri, presentato al pubblico nella primitiva versione di Ghia-Viotti sempre al Salone dell’auto di Torino.
Si trattava di una splendida coupé ad alte prestazioni dalla linea attraente e “pulita” studiata da Pininfarina: in origine era una 3 posti, tutti sul sedile anteriore unico, che però si è poi imposta come 2+2 (di fortuna), inaugurando una formula che riscuoterà un enorme successo negli anni successivi.
Le caratteristiche dell’Aurelia B20, simbolo della Dolce Vita
Prodotta fino al 1958 in 3871 esemplari, Lancia Aurelia B20 derivava dalla berlina B10, da cui ha ereditato caratteristiche come le sospensioni a quattro ruote indipendenti, volante e cruscotto, per diventare una coupé “monoscocca” a passo accorciato (2,66 metri invece di 2,86) con un due litri da 75 cavalli. Insieme alla quasi contemporanea Alfa 1900 Sprint, è stata una tra le auto più maneggevoli e veloci sportive italiane del periodo.
La Lancia Aurelia B20 non era però come le altre auto, e per questo viene da subito considerata tra le italiane più importanti e belle di sempre, diventando a breve un simbolo degli anni ’50 nel mondo, periodo di ripresa e della Dolce Vita in cui l’auto diventava un mezzo per premiarsi con qualcosa di bello, non solo utile.
La sua fama arriva fino al famoso scrittore Hemingway, che parla di una “buona e ben stagionata Lancia”, “vezzeggiativi” che egli non usa con facilità e che esprimono la sua ammirazione per la vettura, scegliendola per scorrazzare in quel Paese che ha fatto da sfondo a tanti racconti e romanzi che di lì a poco gli consentiranno di vedersi attribuire il premio Nobel.
Una curiosità: grazie alla sua velocità massima di circa 160 km/h la B20 si è affermata presto anche nelle competizioni, ma aveva un prezzo “consistente”, di ben 2.600.000 lire.
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