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Kit riparazione gomme: come funziona

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kit di riparazione gomme come funziona

Da diversi anni ormai, il classico ruotino è stato sostituito dai kit di riparazione, vediamo pregi, difetti e modalità d’uso di questa soluzione innovativa.

Tanti marchi preferiscono ormai il kit di riparazione

Un numero sempre maggiore di case costruttrici di automobili sta dotando i propri veicoli di un kit di riparazione e gonfiaggio in luogo del ruotino di dimensioni ridotte da riporre nello spazio sottostante al bagagliaio dell’auto. Visto che questo oggetto per molti conserva ancora diversi lati oscuri, vediamo di capire come funziona e quando può esservi di aiuto per raggiungere senza troppi disagi la vostra destinazione.

L’oggetto in questione si presenta molto spesso come una sacca che contiene principalmente tre cose: un mini-compressore a 12 volt, una bomboletta spray contenente una sostanza schiumosa che si espande al contatto con l’aria ed il relativo manuale di istruzioni. Niente paura nessuno ha rubato nulla, è ciò che basta per risolvere (il più delle volte) il danno dello pneumatico e poter ripartire; è bene comunque precisare che appena possibile, (nelle ore o nella giornata successiva) sarà comunque necessario far intervenire il gommista per riparare definitivamente la ruota danneggiata o sostituirla completamente. Dopo l’utilizzo del kit, gli esperti consigliano di attendere circa 15 minuti prima di ripartire, di non superare i 60 km/h durante la marcia e di non percorrere più di 100km.

Veniamo al dunque: come procedere

Eccolo: è il malaugurato momento che ogni automobilista teme, quello in cui ci si accorge di avere una ruota a terra, è arrivato: c’è un pneumatico forato. Ci si ferma nelle migliori condizioni di sicurezza possibili, indossando se necessario il gilet catarifrangente, apponendo il triangolo di segnalazione se il veicolo è anche parzialmente all’interno della carreggiata, e ci si prepara ad intervenire, cercando nel bagagliaio del veicolo il famigerato kit. Se non vi fosse il manuale di cui parlavamo sopra a spiegarlo, è utile sapere che il compressore a 12 volt non ha una sua batteria, per funzionare va collegato alla presa accendisigari dell’auto, che perciò con molta probabilità dovrà essere accesa durante l’operazione.

Prima di accendere il compressore però, dobbiamo collegare la bomboletta spray alla valvola del pneumatico da riparare, utilizzando la piccola cannula che c’è in dotazione. Una volta fatto questo, accendiamo il compressore controllando che la pressione raggiunga il valore corretto previsto per lo pneumatico; una volta terminata l’operazione, per consentire alla schiuma penetrata nella ruota di legare stabilmente con la superficie della gomma nella zona dove è danneggiata, dobbiamo attendere un po’ prima di ripartire altrimenti rischiamo di vanificare completamente quanto fatto finora.

Una precisazione per l’utilizzo: se sul pneumatico forato doveste scorgere la vite, il chiodo o comunque l’oggetto presumibilmente responsabile della foratura, NON DOVETE assolutamente rimuoverlo. In caso venisse rimosso infatti, si creerebbe sicuramente un’apertura ancora maggiore sul battistrada che con molta probabilità la schiuma ad espansione della bomboletta non riuscirebbe a sanare.
Tutto qua. Facile, viene da pensare.

Non sempre tuttavia le cose vanno per il verso giusto.

Ci sono casi e casi..ci sono fori e fori

Questa soluzione, scelta nell’ottica di alleggerire il mezzo, risparmiando al contempo sui costi dell’auto e ottimizzando lo spazio a bordo, ha da subito lasciato perplessi molti automobilisti, soprattutto perché in caso di foratura “importante”, o di danno alla spalla dello pneumatico, è davvero inefficace.

Quando la ruota subisce un danno “da marciapiede” ad esempio, non si crea un foro come nel caso di un chiodo o di una vite che penetra il battistrada, il pneumatico in questo caso si apre formando un vero e proprio taglio, il più delle volte sulla “spalla” (la parte laterale dove è scritta la marca e la misura). Con un danno di quel tipo, non c’è kit che tenga: la ruota va buttata e sostituita. Se poi doveste notare delle bolle, ovvero dei rigonfiamenti sulla spalla, fate controllare subito lo pneumatico da un officina: c’è il concreto pericolo che a velocità sostenute lo stesso possa esplodere improvvisamente.

Si insomma c’è il kit, ma non è esattamente la stessa cosa

Se la riparazione con il kit non dovesse andare a buon fine, è il caso di dire che ci troviamo di fronte ad un bel guaio: l’unico strumento che avevamo, quello che doveva salvarci consentendoci di ripartire dopo poco tempo senza nemmeno fare fatica svitando bulloni e piazzando il cric sotto l’auto, non può esserci di alcun aiuto, anzi, ci ha fatto solo perdere tempo. Ecco spiegato il motivo per cui molti hanno visto negativamente questa “rivoluzione”.

Certo, dal canto loro le case costruttrici hanno saputo “vendere” bene la cosa: hanno risparmiato sui costi, hanno ottimizzato gli spazi, hanno alleggerito il veicolo, hanno insomma illustrato tutti i benefici e la semplicità di un intervento poco invasivo ed alla portata anche di persone con poca manualità, ben consapevoli che alla fine dei conti, tutti gli aspetti negativi sarebbero stati assorbiti esclusivamente dal “consumatore finale” dell’auto, mica da chi l’ha realizzata o venduta.

Un altro aspetto negativo della soluzione, da tenere bene in considerazione, è che il kit è naturalmente usa e getta, della serie “una sola cartuccia da sparare”: se la riparazione non va a buon fine, è come aver aperto il bagagliaio e non aver trovato nulla: a meno che non venga qualcuno in nostro aiuto, si dovrà chiamare telefonicamente l’assistenza stradale ed attendere il carro attrezzi.

I più acerrimi nemici del nuovo sistema, lamentano poi anche una scarsa semplicità d’uso, consistente nella difficoltà di far lavorare a dovere il sistema compressore + bomboletta, con frequenti occasioni in cui la riparazione non va a buon fine e si rimane letteralmente a piedi.

Considerazioni finali

Nel caso vi fossero ancora dubbi sull’argomento, non c’è cosa migliore che sentire l’esperienza di chi ha vissuto e sperimentato entrambe le situazioni, affrontandole sia con il ruotino che con il kit di riparazione.

Per chi utilizza l’auto in ambito cittadino, ove la distanza da casa è breve e dove in caso di necessità si ha la possibilità di poter contare su qualcuno che ci raggiunga in aiuto, può essere sufficiente tenere in auto solo il kit di riparazione: per buona parte delle evenienze, da solo basterà a tirarci fuori dai guai.

Se però si deve affrontare un lungo viaggio, con centinaia di chilometri da percorrere lontano dalla nostra abitazione, il ruotino di scorta ci offre maggiori garanzie di poter risolvere il problema e ripartire immediatamente, potendo percorrere anche l’intera tratta che manca fino alla destinazione, rimandando la riparazione dello pneumatico originario anche di diversi giorni; per questi motivi, il buon vecchio ruotino è probabilmente ancora la soluzione più affidabile.

Assicuratevi però di avere anche la chiave ed il cric.
Ah.. si, e un po’ di olio di gomito.

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