Joe Oros: uno dei designer più famosi del settore automotive
L’Italia non è certo terra dove manca la fantasia e la creatività: non a caso sono molti i designer che hanno fatto la storia del l’automobilismo nostrano, come Bertone e Pininfarina.
Forse in molti voi non conoscono invece Joe Oros, probabilmente perché ha lavorato per la Ford e si è occupato di veicoli meno vicini alla vostra realtà quotidiana; parliamo di colui che ha disegnato la mitica Ford Mustang, una muscle car americana che ha fatto la storia dell’automobile e che, soprattutto negli ultimi anni, è tornata di gran moda anche in Europa.
La Mustang è un’auto di grossa cilindrata e dalle grandi dimensioni; non monta alcuna turbina e deve la sua potenza unicamente alla spinta dei suoi poderosi cilindri; parliamo del riassunto su gomma degli Stati Uniti, l’ostentazione del potere e della supremazia, resa palese con misure “prosperose” e di eccezionale sostanza.
Joe Oros nacque il 15 Giugno 1916 a Cleveland da genitori rumeni immigrati nel territorio statunitense. I suoi studi e il suo percorso formativo sono perfettamente coerenti con la sua carriera, fondata essenzialmente sulla sua capacità di creare attraverso l’arte del disegnare. Il suo primo progetto fu quello della Cadillac; nell’anno 1947 Joe venne incaricato dalla Ford, attraverso lo studio Walker per cui lavorava, per disegnare quella che diventerà la Ford 1949.
Dopo il 1950, Joe Oros si occupa della Ford Mustang, un mezzo che doveva essere accessibile alla maggior parte degli utenti ma che, allo stesso tempo, fosse in grado di emozionare. Si trattava di un progetto ambizioso che ebbe i risultati sperati; la Ford Mustang divenne realtà e conquistò il cuore e la mente di numerosissimi appassionati di motori, grazie a una linea accattivante, semplice ma moderna e aggressiva, e a una dotazione di serie spaventosamente coinvolgente per potenza erogata e affidabilità. La Ford Mustang sembra essere quell’oggetto proibito che bisogna assolutamente scoprire ed è forse questo uno dei tanti motivi che giustificano il suo straordinario successo.
Il cavallo selvaggio americano
Quando Joe Oros progettò la Ford Mustang dovette affrontare diverse problematiche di vario tipo, come sempre accade quando si studia o si costruisce qualcosa. Nella creazione della Mustang si lavorò parecchio anche per la scelta del suo stesso nome e del logo che la rappresenta; quest’ultimo, un cavallo alato con la criniera al vento, sintetizza alla perfezione le caratteristiche di questo veicolo, cioè esuberanza, libertà, potenza ed eleganza. La Mustang fu il risultato di un concentrato di idee amalgamate alla perfezione e venne presentata alla Fiera Mondiale di New York del 1964 come Concept Car.
L’auto piacque parecchio e divenne subito famosa per il suo stile unico e per certi versi esclusivo; il suo stemma, divenne un cavallo selvaggio e abbandonò la sua rappresentazione più classica di cavallo alato, come Pegaso. Forse voi pensate che ciò sia dovuto alle sue caratteristiche, ma invece fu un episodio a definire questo singolare aspetto.
Sembrerebbe infatti che qualcuno trovò da obiettare il fatto che i cavalli da corsa negli ippodromi procedono in senso antiorario, contrariamente a quanto rappresentato nello stemma della Mustang.. Non c’entra molto, almeno per voi, ma gli americani tenevano e tengono tutt’ora sia alle corse dei cavalli sia alla Mustang e desideravano iconizzare il veicolo fin dal primo istante, un po’ come in Italia accade con la Fiat 500. La pronta risposta nei confronti di coloro che sollevarono la polemica fu puntualizzare che il cavallo era selvaggio e che per questo correva libero in senso opposto.
Joe Oros: un successo fondato sul lavoro
La storia di Oros non è costellata di premi e successi; il designer ebbe il grande merito di creare una vettura straordinaria per stile ed eleganza, un’auto che ha avuto e ha tutt’ora uno straordinario seguito nonostante gli elevati consumi e una tecnologia semplice ed essenziale.
Joe Oros è stato un uomo di grande sostanza che ha avuto la capacità di legare i suoi studi con la sua attività; fu proprio la sua esperienza e le competenze da lui maturate che hanno favorito lo sviluppo della Mustang, un’auto che per queste ragioni non può essere un’icona solo per caso.
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