Curiosità

Il primo incidente automobilistico della storia

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primo incidente automobilistico della storia

Gli incidenti sulla strada sono oggi gestiti preventivamente mediante delle precise regole: vediamo che cosa è successo la prima volta che è accaduto un sinistro.

La prima vittima della strada

Come potrete immaginare, un evento per passare alla storia deve avere un certo peso mediatico e fare notizia; nel caso di un incidente stradale è difficile che ciò avvenga, a meno che non sia successo qualcosa di particolarmente grave. Per questa ragione leggerete cosa accadde in quello che fu il primo incidente stradale mortale della storia.

Correva l’anno 1896; il giorno 17 Agosto lungo le strade della metropoli londinese, uno spericolato automobilista di nome Arthur James Edsall era impegnato nel testare una Roger-Benz e procedeva al massimo della velocità che il veicolo gli consentiva. Il tachimetro dell’auto segnava le 8 miglia orarie (13 km/h), secondo quanto detto dall’autista, che fu subito smentito da un tassista di turno, il quale fu pronto a dichiarare che quell’auto non avrebbe potuto superare in alcun caso la velocità di 4,5 miglia orarie.

Volete proprio sapere quali erano i limiti di velocità all’epoca? Poco tempo prima che accadesse il fattaccio, in città non si potevano superare le 2 miglia orarie, ma il parlamento inglese stabilì che era possibile andare molto più veloce, tanto che fu promulgata una legge per la quale la velocità massima consentita a bordo di un’auto poteva arrivare a ben 14 miglia orarie, 7 volte più alta rispetto al limite precedente. Ironia della sorte, passò pochissimo tempo e accadde quella che al tempo fu una grande tragedia, probabilmente inaspettata com’era giusto che fosse.

La vittima fu un pedone, la signora Driscoll, che rimase letteralmente impietrita nel vedersi piombare addosso un’auto a quella folle velocità; la donna stava attraversando la strada nel quartiere Croydon in compagnia di un’amica e di sua figlia. L’urto fu così violento che la vittima subì la frattura del cranio, lesione che causò il decesso della sfortunata cittadina londinese.

La responsabilità dell’autista Edsall

Come sarete al corrente, al giorno d’oggi è contestabile a ogni automobilista il reato di omicidio stradale ogniqualvolta accade un sinistro che coinvolge più persone e quest’ultimo sia la causa diretta del decesso di almeno una di esse.

Nell’anno 1896, quando avvenne l’investimento della signora Driscoll, non esisteva ancora alcuna legge che stabilisse una responsabilità oggettiva per chi si mettesse alla guida e causasse un grave incidente, anche perché tale evenienza non sembrava possibile; in fondo non era mai successo nulla di simile. Per questa ragione, Edsall non fu accusato di nulla, com’era giusto che fosse in base alla legislazione vigente; il tribunale chiuse il caso dichiarando la morte della signora Driscoll come accidentale. Le dichiarazioni più pertinenti sul fatto furono quelle del medico legale incaricato, il Dott. Percy Morrison, il quale si sentì in dovere di comunicare che la speranza di tutti, considerando la casualità dell’episodio, era che un incidente simile non si ripetesse mai più.

Considerazioni finali

Si potrebbe dire tantissimo e non dire nulla; le differenze che intercorrono fra quei tempi e quelli attuali sono enormi, talmente grandi che si potrebbero esprimere centinaia di pareri e trovare delle verità in ogni frase. A questo punto, è doveroso attenersi ai fatti e prendere in esame gli eventi principali per trarre le dovute conclusioni.

Per prima cosa sembra evidente che la signora Driscoll non abbia potuto in alcun modo usufruire delle strisce pedonali, al tempo ancora inesistenti. In secondo luogo, la vettura procedeva oltre il massimo della velocità possibile sulla carta; si può pertanto affermare che Edsall stesse testando il veicolo in pieno centro abitato, comportamento comunque lecito alla fine dell’ottocento. Infine, potrete constatare un certo vanto dell’automobilista nel dichiarare una velocità ben superiore a quella effettiva, come verificato dall’esperto tassista che fu testimone dell’episodio. Per quanto riguarda il processo, sembrerebbe impossibile fare un parallelo con i giorni nostri, sia per le leggi vigenti che per l’approccio alla vicenda da parte degli addetti ai lavori.

I cambiamenti sono stati davvero tanti e il primo incidente automobilistico della storia insegna comunque le stesse cose, cioè di moderare la velocità specialmente nei centri abitati, di attraversare la strada solo sulle strisce (oggi quasi sempre possibile, nonché obbligatorio se le strisce sono presenti entro cento metri dal punto in cui si trova il pedone) e di evitare di gareggiare, provare le auto e altro di simile se non sfruttando una pista o un circuito chiuso al traffico.

In quanto ai processi, è chiaro che le prime ammonizioni sono sempre verbali; attualmente i morti sulle strade sono tanti e la legge ha dovuto per forza di cose adeguarsi a questo grande problema.

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