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Guerra Russia-Ucraina: si trema per aumento carburanti, rischio benzina a 3 euro e stop al gas

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Caro benzina

La guerra Russia-Ucraina è ufficialmente iniziata dopo l’attacco nella notte del 23 febbraio. E le conseguenze potrebbero essere devastanti. Non solo quelle più drammatiche dove protagonisti sono i luoghi del conflitto. Ma anche per le dinamiche che potrebbero scaturire per l’Europa lato approvvigionamento carburanti e inevitabile aumento del prezzo del petrolio al barile.

Di fatto l’Europa non dipende dalla Russia solo per le importazioni di gas naturale, ma anche per quelle di petrolio. Non sorprende dunque che il precipitare della crisi e l’invasione russa ai danni dell’Ucraina abbia fatto schizzare le quotazioni internazionali di benzina e gasolio, salite in un solo giorno dell’equivalente di cinque centesimi al litro.

Già il livello attuale del costo dei carburanti ha superato i limiti raggiunti nel 2012. In molte situazioni, i tabelloni riportano prezzi della benzina superiori ai due euro al litro. IL prezzo medio, oggi, è già vicino a 1,9 euro al litro.

E lo scenario peggiore della guerra Russia-Ucraina, se dovesse esserci quindi un conflitto esteso che porti a una interruzione dei flussi dalla Russia, si configurerebbe in un aumento senza precedenti, con prezzi doppi rispetto a quelli attuali. Benzina e gasolio schizzerebbero verso 2,50 – 3 euro al litro, precipitandoci quindi in una situazione simile a quella dei primi anni 70’

Guerra Russia-Ucraina, ipotesi intervento sull’Iva per frenare gli aumenti

Impensabile a questo punto che in Italia non si dovrà intervenire per frenare l’aumento dei prezzi del carburante. Già ora il costo del Brent, il riferimento oil per l’Europa, ha sfondato quota 100 dollari al barile, raggiungendo anche picchi di 105,26 $/b: la soglia più alta da agosto 2014.

E alla domanda se sia possibile in qualche modo ‘azzerare l’IVA’, il viceministro allo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin risponde: “Sì, è necessario perché si sta bloccando il Paese. Naturalmente decideranno il Consiglio dei ministri e il Parlamento, ma gli aumenti di questi giorni e le conseguenze su trasporto merci e famiglie determinano la necessità di intervenire”.

Quanto alle accise, il viceministro sottolinea che sono fisse, ma aggiunge: “Così come si è parla degli oneri sulle bollette, si può fare una valutazione mandando la questione sulla fiscalità generale”. E contro il rischio di speculazioni chiede controlli all’Antitrust.

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