Le case europee e mondiali stanno via via stoppando la commercializzazione di automobili in Russia. Questo quello che si apprende dai media nazionali russi dopo l’avvio della guerra in Ucraina. Nel dettaglio il via allo stop è iniziato dal Gruppo Volkswagen, annunciando “la temporanea sospensione della vendite” in Russia di Audi, Porsche e Skoda. A seguire anche la britannica Land Rover e General Motors hanno fermato le spedizioni, e solo le vetture già in consegna alla data di ieri arriveranno sul mercato russo.
Non solo quindi il problema del rialzo del prezzo dei carburanti. Il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe avere conseguenze negative nel panorama automotive a livello generale, a partire dalle quote di mercato di alcuni marchi nel Paese fino alla fornitura delle fasi di produzione ai membri dell’Unione Europea.
Di fatto secondo Center of Automotive Management (CAM) i costruttori ad aver venduto di più in Russia nel 2021 sono stati Hyundai (e Kia) con circa 380mila esemplari e Avtovaz (Lada), dal 2017 parte del Gruppo Renault, con 351mila unità, a cui vanno sommati gli altri 212mila veicoli dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Segue poi il Gruppo Volkswagen (204mila unità) Mercedes (50mila) e BMW (49mila).
Guerra in Ucraina, chi avrà la peggio a livello economico tra i brand auto
Le sanzioni economiche colpiranno dunque più duramente il Gruppo Hyundai, l’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi e il Gruppo Volkswagen. Tuttavia, poiché la rilevanza di mercato della Russia per Volkswagen è solo del 2% a livello globale, secondo CAM gli effetti negativi delle vendite dirette, simili a quelli per Bmw e Mercedes-Benz, possono essere valutati come moderati.
Sarà invece Renault-Nissan-Mitsubishi ad essere economicamente più colpita a causa delle elevate quote di vendita del Gruppo e soprattutto della controllata russa Avtovaz. Per il quale quello domestico è il mercato di riferimento e assorbe il 90% della produzione.
Ma è un altro il dato che preoccupa. La Russia vanta 34 impianti di produzione per auto, camion, furgoni, autobus e motori, che lavorano principalmente per il mercato interno per un totale di 1,4 milioni di veicoli, ma che hanno un valore delle importazioni elevatissimo: 20 miliardi di dollari. Quindi, in caso di sanzioni dall’estero, la catena di approvvigionamento subirà un forte arresto.
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