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Gigi Villoresi: la storia di un grande pilota

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La storia del grande pilota Luigi Villoresi

Passione e coraggio sono le due doti principali che hanno caratterizzato la vita di Gigi Villoresi, un pilota che sapeva essere protagonista anche quando non saliva sul gradino più alto del podio.

Nato a Milano nel 1909, era nipote del progettista dei canali navigabili della città e primo di 5 fratelli.

Alberto Ascari e Luigi Villoresi

Luigi detto Gigi entra nel mondo delle corse

Pilota insieme al fratello Emilio, deceduto a Monza durante dei test con una vettura Alfa Romeo, scoprì la passione per le corse.
Circuiti locali gli aprirono le porte al mondo racing e la prima vettura guidata da Gigi è una Lancia Lambda.

A sue spese, nel 1933, Villoresi decide di comprare una Fiat Balilla per gareggiare nella Millemiglia accompagnato dal fratello Emilio.

La prima svolta avviene nel 1935, quando un piazzamento al sesto posto a bordo di una Maserati gli dona visibilità agli occhi del mondo e degli osservatori.

Nel 1937 registra una vittoria di classe al mitico Rally di Montecarlo, partecipa ad una Millemiglia e viene “scoperto” dagli osservatori di Maserati che lo ingaggiano. L’esordio è da favola, marchiato con una vittoria a Brno.

Con la macchina del Tridente accarezza i primi successi nel campionato italiano nel 1938 e nel 1939.

Il periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale blocca la carriera di ogni pilota e anche Gigi Villoresi è costretto a rinunciare. Miracolosamente salvo in seguito a bombardamenti, Villoresi riprende le corse nel 1946 e il tempo pare essersi fermato: vittoria al Gran Premio di Nizza, in Francia. Ancora altri successi internazionali al volante della vettura del Tridente, prima di passare in Ferrari nel 1949, dove trova subito la vittoria in 3 gare.

Enzo Ferrari descrive Gigi Villoresi come una persona buona, di stile, molto furba e simbolo della sua Milano, arricchito da un elevato livello di abilità di guida che portava il pilota a capire la vettura che controllava, leggerla e interpretarla al fine di sfruttarne interamente tutte le potenzialità. Grande tattico e calcolatore dei problemi degli avversari, faceva la corsa anche su questo per poter approfittare degli spazi lasciati dai concorrenti. Questo suo modo di guidare gli ha consentito di vincere un paio di Targhe Florio oltre ad altre gare all’estero.

Gli Anni Cinquanta di Gigi Villoresi

Il 1950 si caratterizza per 3 vittorie importanti, tra cui una sul Circuito di Monza, ma anche da un grave incidente che ne spegne gli ardori e le ambizioni. La sua stagione automobilistica termina.

Ma l’anno successivo la voglia di riscatto è forte e il trionfo alla Millemiglia gli permette di recuperare parzialmente il feeling con la vittoria.

Nel 1952 il rally del Sestriere, Villoresi lo corre al volante di una Lancia e timbra la vittoria.

Ancora vittorie importanti l’anno successivo, insieme a molti altri interessanti piazzamenti. Gigi Villoresi sapeva contraddistinguersi anche quando non saliva sul gradino più alto del podio. Con lui in pista l’emozione e l’adrenalina erano fattori garantiti anche per gli spettatori e per i tanti tifosi del pilota milanese.

Verso la metà del decennio avviene il passaggio ufficiale alla Lancia, nonostante proseguisse comunque il rapporto, seppure parziale, con Maserati.

Il 1955 è tragico e non certo per i risultati sportivi. Il suo più caro amico perde la vita in un incidente a Monza. Quell’amico si chiamava Ascari, lo stesso che ha dedicata la mitica variante dell’Autodromo brianteo.

La sua carriera da pilota termina nel 1958 e ancora con vittorie che vanno ricordate, come ad esempio quella avvenuta al Rally dell’Acropoli in Grecia a bordo della Lancia Aurelia.

I riconoscimenti a Gigi Villoresi

Non bastassero i trionfi e i successi ottenuti in carriera, Gigi Villoresi ha ricevuto diversi riconoscimenti una volta cessata l’attività in pista, come la medaglia al valore per meriti sportivi di eccezionalità.

Gentile, dotato di grande passione per l’auto e per le corse, irriverente quando serve. Non ha avuto paura nel dichiarare l’irriconoscenza di Enzo Ferrari, definendolo come un uomo che non conosce il significato del ringraziamento. Villoresi è diventato presidente del Club Lambretta, consigliere dell’Aci e si trasformò in commerciante di auto aprendo una sua azienda a Milano. La sua vicenda imprenditoriale non andò però molto bene e si trovò in difficoltà. Grazie all’aiuto di un prete molto vicino al mondo delle corse, riuscì ad ottenere un appartamento e un vitalizio per meriti sportivi che gli ha consentito di vivere.
La morte è avvenuta nel 1997.

Ancora oggi Gigi Villoresi è ricordato come un pilota straordinario e un uomo in grado di trasmettere doti fuori dal comune, senza tralasciare passione e coraggio.

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