I nuovi standard Euro 7 preoccupano e non poco tutta la filiera automotive. Si tratta di uno standard fortemente contrastato perché, al contrario delle precedenti revisioni, viene dibattuto in un momento storico in cui le attenzioni mediatiche e governative sono rivolte quasi interamente verso l’elettrificazione dei veicoli.
Se l’Euro 7 dovesse essere troppo restrittivo e quindi tecnicamente infattibile, potrebbe porre fine in modo drastico allo sviluppo e alla commercializzazione dei motori endotermici, con un ingente danno economico per tutte le industrie attualmente impegnate, direttamente e indirettamente, nella produzione di queste unità propulsive.
Ma la proposta scritta sul taccuino delle priorità degli amministratori politici di Bruxelles è chiara. Entro il 2035, si vuole che l’Europa sarà orientata in modo definitivo verso la mobilità a zero emissioni. Quindi, stop alla vendita di nuove auto benzina e diesel, ma anche di auto a metano e GPL, oltre alle ibride e ibride plug-in.
Nuovi standard Euro 7, cosa accadrà nei prossimi mesi
Nei prossimi mesi ci sarà un ritmo frenetico di consultazioni tra Parlamento europeo, Commissione europea ed enti tecnici, per mettere a punto una nuova revisione della bozza del nuovo standard entro novembre. Successivamente, dovranno essere avviate le trattative con i singoli Stati membri dell’Europa. Per il momento, l’entrata in vigore dell’Euro 7 sembra essere confermata per il 2026, anche se è molto probabile uno slittamento al 2027.
Ma sebbene con l’Euro 7 l’appuntamento sarà probabilmente rinviato, la proposta di Bruxelles per una mobilità a zero emissioni, inserita nel pacchetto di misure “Fit for 55” per il contrasto del cambiamento climatico, sancisce di fatto la morte del motore a scoppio.
Di fatto, con tutta probabilità, il percorso intrapreso per giungere al prossimo standard Euro 7 e più avanti all’obiettivo 2035 emissioni zero, si articola su una serie di indicazioni della Commissione UE che dovranno ancora essere portate a compimento.
Comments