La transizione energetica è uno dei temi caldi del mondo e dell’industria dell’automobile e tutto è stato allestito per far sì che nei prossimi anni si passi verso una mobilità più sostenibile ed ecologica. Per rendere questo scenario plausibile e più che mai realizzabile, è necessario che venga garantita una diffusione delle stazioni di ricarica capillare e adeguata a rispondere alle esigenze di un mondo automobilistico sempre più a zero emissioni. Vediamo ora qual è la situazione ad oggi in Europa.
Lo studio di ACEA
Per capire al meglio lo scenario delle colonnine di ricarica distribuite nell’area europea, ci arriva in supporto il recente studio condotto da ACEA, l’associazione dei costruttori europei di auto, che ha pubblicato una nuova indagine che mette in evidenza il numero di colonnine disponibili ogni 100 km. I dati utilizzati sono aggiornati alla fine del 2020, ma forniscono un quadro piuttosto attuale anche per questo periodo del 2021. In definitiva l’analisi è intrigante poiché mette in evidenza le grandi disparità e differenze all’interno dei vari Paesi europei.
Una diffusione a rilento
L’analisi portata avanti da ACEA ha dimostrato come addirittura 10 Paesi europei non hanno nemmeno un punto di ricarica ogni 100 km fra autostrade, strade statali, provinciali e comunali. Poi, solamente 19 Paesi europei hanno invece meno di 5 punti di ricarica ogni 100 km di strade. Infine, solamente 4 possiedono più di 10 colonnine. L’Italia in questa graduatoria risiede al settimo posto, offrendo ben 5,1 punti di ricarica ogni 100 km. Questo posizionamento potrebbe sembrare lusinghiero, tuttavia il Bel Paese è ben lontano dalla diffusione di colonnine di ricarica dei Paesi più organizzati in tale settore.
I Paesi migliori e quelli peggiori
Secondo questo studio il miglior paese europeo per diffusione di punti di ricarica ogni 100 km è l’Olanda, con una media di 47,5 stazioni. Seguono il Lussemburgo con 34,5, la Germania con 19,4, il Portogallo con 14,9 e l’Austria con 6,1.
La palma delle Nazioni attualmente meno fornite spetta alla Lituania e alla Grecia, che hanno una media di 0,2 stazioni. Seguono la Polonia con 0,4, la Lettonia e la Romania con 0,5.
Alla luce di quanto affrontato, ACEA ha lanciato un monito: “I consumatori non saranno in grado di passare ai veicoli a emissioni zero se non ci sono abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade in cui guidano. Ad esempio, se i cittadini di Grecia, Lituania, Polonia e Romania devono ancora percorrere 200 km o più per trovare una colonnina, non possiamo aspettarci che siano disposti ad acquistare un’auto elettrica. Dovranno essere compiuti enormi progressi nella realizzazione delle infrastrutture in tutta l’UE in un lasso di tempo molto breve. I progressi fatti in alcuni paesi dell’Europa occidentale sono incoraggianti, ma non dovrebbero distrarci dallo stato disastroso della rete di ricarica in altri paesi dell’UE”.
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