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La differenza tra auto storiche e auto d’epoca

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Auto d'epoca e auto storiche le differenze

Esiste un’importante differenza tra auto d’epoca e auto storiche e questa viene per prima cosa chiarita dal Codice della strada, ma è evidente inoltre anche nel momento in cui si valutano le spese per il bollo e per l’assicurazione.

Per questo genere di veicoli esiste una particolare catalogazione e si tratta di uno speciale registro, molto simile al PRA riservato unicamente a questi veicoli.

Auto d'epoca e auto storiche a confronto.

Auto d’epoca: cosa sono e quali sono i vincoli imposti dalla legge

Un primo riferimento a queste due tipologie di vetture è presente quindi all’interno del Codice della strada e in particolare nell’articolo 60 viene chiarito il concetto di auto d’epoca.

Secondo quanto scritto, si definisce auto d’epoca una vettura di interesse storico e collezionistico che non ha i requisiti minimi che le permettono di circolare su strada e che anche per questo motivo non è iscritta al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Questo avviene perché il veicolo potrebbe avere delle limitazioni di tipo costruttivo (non è in possesso degli specchietti o magari ha la guida invertita) o perché essendo piuttosto datato non è in possesso di sistemi di sicurezza aggiornati alle più recenti normative (basti pensare al fatto che fino ad una ventina di anni fa i veicoli non erano equipaggiati con i freni anteriori).

L’auto deve essere iscritta ai Centro Storico del Dipartimento per i trasporti terresti.

Un veicolo d’epoca può però partecipare a mostre o eventi organizzati solo quando però questi sono autorizzati (tutto ciò è contenuto sempre nell’articolo 60 del codice della strada al comma 3 lettera a).

Secondo quanto indicato nel Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 495/1992) , il proprietario della vettura deve comunque essere in possesso del foglio di via e di una targa provvisoria, che ricordiamo vengono entrambi rilasciai dalla Motorizzazione Civile (qui come assicurare un’auto d’epoca). Nell’autorizzazione che viene rilasciata vengono segnati i percorsi accessibili e la velocità massima che il veicolo può raggiungere anche in relazione alla tipologia di questo e alle garanzie che offre.

Ricordiamo inoltre che per poterla considerare tale, non è sufficiente che la vettura sia datata ma è necessario che ottenga la certificazione di auto d’epoca. Per fare ciò, il veicolo deve essere controllato da un professionista della Motorizzazione Civile che, dopo una serie di accurate verifiche per accertarne la fedeltà all’originale e le buoni condizioni, consegna al proprietario della vettura il Certificato di rilevanza storica e collezionistica; solo in un secondo momento quindi si potrà iscrivere l’auto agli appositi registri stabiliti dalla legge.

Auto storiche: caratteristiche, limiti e normative

Una prima differenza tra le auto storiche e le auto d’epoca è che le prime, se in possesso di tutti i requisiti che sono stabiliti dalla legge, possono circolare su strada liberamente, se i limiti imposti in materia di emissioni da comuni e regioni lo consentono.

Sono classificati d’interesse storico o collezionistico i motoveicoli le auto iscritti in uno dei registri ASI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo.

Ricordiamo comunque che la vettura deve essere regolarmente sottoposta a una serie di controlli da parte del Dipartimento dei Trasporti Terrestri il quale rilascia un particolare certificato che attesta il carattere storico/collezionistico del veicolo in questione. Nell’Art. 215 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (Art. 60, CdS) si specifica, infatti, che i veicoli d’interesse storico o collezionistico devono conservare le caratteristiche originarie di fabbricazione.

Nel momento in cui vengono terminati i controlli, verrà rilasciato al proprietario del veicolo un foglio che permette la circolazione su strada ma che impone una revisione ogni due anni.

Ricordiamo inoltre che è di fondamentale importanza richiedere anche l’attestato di “datazione e storicità” che però, secondo quanto viene stabilito dall’articolo 215, si può richiedere solo quando tutti i componenti della vettura sono originali, gli interni sono ben conservati e intatti e il motore è funzionante.

Secondo l’articolo 215 del Codice della strada, un’auto storica può essere iscritta al corrispondente registro solo se l’anno di costruzione risale a 20 anni prima.
Il criterio del tempo non è sufficiente, sono infatti da considerarsi tali le auto che rientrano nella lista ACI delle auto storiche dai 20 ai 39 anni di anzianità.

Tutte le auto dai 40 in poi sono da considerarsi auto storiche a prescindere dalla presenza o meno nella lista ACI.

L’auto dovrà essere iscritta a uno dei registri e per fare ciò è necessaria una spesa di poco più di 40 euro.

Bollo auto per auto d’epoca e storiche

Per le auto storiche è possibile beneficiare della riduzione del 50% sulla tassa automobilistica, ovvero il bollo auto, dal 1° gennaio 2019 (leggi anche come funziona il pagamento del bollo per le auto storiche)

Per le auto dai 30 in su, il bollo varia da regione a regione.

Per approfondire leggi auto storiche e auto d’epoca, tutto quello che c’è da sapere.

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