Il principale vantaggio di un’automobile alimentata a GPL è sicuramente il risparmio alla pompa. Rispetto a benzina e diesel infatti, il gas non vede crescere vertiginosamente il prezzo di acquisto, e si propone come carburante decisamente più ecologico.
Che cos’è il GPL?
L’acronimo GPL sta per Gas di Petrolio Liquefatti. Se vi capita di guidare fuori dall’Italia, vi potrà capitare di imbattervi, al momento del rifornimento, nella sigla LPG.
In tal caso niente paura: vi trovate di fronte al medesimo prodotto, ossia un idrocarburo composto principalmente da una miscela di butano e propano. Viene ottenuto sia dal processo di raffinazione del petrolio, che dall’estrazione del gas naturale.
Caratteristiche del carburante GPL
Il GPL usato per l’autotrazione garantisce, specie se in associazione con impianti di ultima generazione, prestazioni pressoché equiparabili a quelle garantite dalla benzina in termini di ripresa, potenza e fluidità di marcia.
A livello di emissioni inquinanti, l’utilizzo di tale combustibile garantisce un drastico calo di ossidi di azoto, oltre che di particolato. Rispetto allo stesso motore alimentato a benzina, la produzione di questi elementi inquinanti si riduce di circa il 90%.
Per quanto concerne i consumi di carburante, un’automobile alimentata a gas di petrolio liquefatto fa registrare un aumento di circa il 10-15% rispetto alla stessa se alimentata a benzina. Il motivo risiede nella minor energia sviluppata dal gas rispetto alla benzina.
A tale dato fa però da contraltare un prezzo alla pompa espresso in litri decisamente inferiore. Al momento in cui scriviamo, un litro di benzina servito (come più tardi spiegheremo, in Italia non è ancora possibile rifornirsi in modalità self service di GPL, per cui prendiamo come paragone il prezzo servito) costa circa 1,5 euro, contro gli 0,55 euro necessari per un litro di GPL.
Volendo fare una media, il risparmio in termini di euro al chilometro si può quantificare teoricamente nell’ordine del 40%.
Tale valore però non è da prendere come assoluto, in quanto esistono sostanziali differenze negli impianti che oggi equipaggiano le auto alimentate a GPL, e i consumi di carburante variano da tipologia a tipologia di impianto.
Il funzionamento dell’impianto a GPL
Un impianto di questo tipo può essere installato teoricamente su ogni motore a benzina, sia esso alimentato da carburatori ovvero da sistema di iniezione elettronica.
Il serbatoio del gas deve essere installato necessariamente nella zona posteriore o centrale dell’auto, con la bombola che va a riempire l’alloggiamento inizialmente previsto per trasportare la ruota di scorta.
Attraverso un sistema di tubazioni in metallo, il gas raggiunge gli iniettori installati in prossimità del collettore di aspirazione, in prossimità degli iniettori della benzina.
Gli impianti odierni, dotati di un iniettori che vanno ad alimentare il relativo, singolo cilindro, scongiurano totalmente il rischio di incendi dovuti al ritorno di fiamma che spesso si verificava con i vecchi impianti GPL aspirati, in cui nei collettori di aspirazione era contenuta una miscela di gas e aria.
I moderni impianti, oltre a garantire maggiori standard di sicurezza per gli automobilisti e per l’auto stessa, offrono delle prestazioni decisamente superiori, maggior efficienza (che significa minori consumi), e soprattutto un’affidabilità nettamente superiore rispetto a quanto offerto dagli impianti di vecchia generazione. Vediamo di seguito alcune considerazioni utili a riguardo.
Affidabilità e usura del motore
Fino a non molti anni fa, non era raro trovarsi con delle noie meccaniche dopo un certo chilometraggio con l’auto alimentata a gas.
Il motivo è presto spiegato: in un motore a ciclo otto, la benzina funge solo da carburante, ma svolge anche una benefica azione lubrificante su alcune parti del motore. È il caso soprattutto di teste delle valvole, sedi delle valvole e guarnizione della testata, tutte componenti soggette alle massime temperature che si registrano durante il funzionamento del motore.
La benzina viene iniettata in forma liquida, e nel suo passaggio raggiunge queste componenti, abbassando la temperatura di esercizio delle stesse, prima di essere incendiata nella fase di scoppio.
Con i vecchi impianti a GPL, l’iniezione di benzina veniva totalmente esclusa una volta avvenuto il passaggio all’alimentazione a gas, solitamente dopo pochi Km e a motore ormai in corretta temperatura di esercizio.
Mancando il potere lubrificante della benzina, i primi organi meccanici a risentirne sono proprio quelli che lavorano a più elevate temperature.
A farne le spese erano gli automobilisti, costretti spesso a interventi di manutenzione piuttosto onerosi (non era raro dover rifare testata, sedi valvole, e sostituire le stesse lato aspirazione§). A tutto ciò bisognava mettere in conto tutte le noie derivanti da unuo stop prolungato della propria vettura in officina.
Per ovviare in parte a questo problema, gli automobilisti erano costretti ad utilizzare degli additivi specifici, in grado di abbassare la temperatura delle aree interessate dall’alimentazione a gas.
Oggi invece, i moderni impianti GPL cosiddetti iniettati, prevedono l’iniezione di modeste quantità di benzina anche quando il motore è alimentato a gas. Ciò mette al riparo dai problemi di affidabilità appena elencati, anche se comporta un seppur trascurabile consumo di benzina anche quando si è soliti marciare a GPL.
Rifornimento e considerazioni pratiche
Uno dei limiti dell’alimentazione a GPL riguarda proprio la fase di rifornimento. In Italia, diversamente da quanto accade in altri paesi europei, attualmente non è consentito (per legge) rifornirsi autonomamente di gas. In altre parole, non troverete la dicitura Self Service alla pompa.
Ciò vuol dire che potete fare rifornimento solo in presenza di un operatore alla pompa, e solo negli orari in cui sia garantito il servizio (a meno che il distributore non offra un servizio di rifornimento H24).
Si tratta di uno svantaggio da considerare, così come va fatta attenzione alla capillarità di distributori GPL nel Paese: la concentrazione maggiore si ha al nord, mentre al centro sud e sulle isole le pompe alle quali rifornirsi di Gas Petrolio Liquefatti è inferiore.
Un altro aspetto da considerare riguarda i parcheggi. Con i nuovi impianti GPL, è consentita la sosta in parcheggi sotterranei non al di sotto del primo piano interrato (-1).
Un evidente vantaggio dell’alimentazione a gas invece è dato dalle caratteristiche di maggior eco-sostenibilità rispetto a benzina e diesel. Le auto a GPL infatti possono ad oggi circolare anche in presenza di blocchi del traffico, aspetto da prendere in seria considerazione se abitate in città metropolitante, e non volete o non potete utilizzare i mezzi pubblici per recarvi al lavoro
In conclusione, la scelta del GPL (sia aftermarket che installato di serie dal costruttore) andrebbe fatta considerando tutti i fattori sopra elencati, e in ogni caso valutando bene le proprie necessità, per capire se conviene davvero dotarsi di un’auto alimentata a gas, o preferire un altro carburante.
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