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Auto a idrogeno: cosa c’è da sapere

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Auto a idrogeno cosa c'è da sapere

Le auto a idrogeno potrebbero essere una delle tante alternative ai motori tradizionali: vediamo insieme il perché e quali sono i principali punti di forza di questa tecnologia.

Come funziona un’auto a idrogeno

L’idrogeno è un elemento chimico molto comune sulla terra; in ogni caso è praticamente impossibile trovarlo allo stato puro. Per ricavarlo, è necessario utilizzare diversi processi chimici che permettono di separarlo dagli altri elementi a cui è legato.

Sarete probabilmente al corrente che l’acqua, il cui simbolo chimico è H2O, è composta da molecole composte da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno; ciò significa che è possibile ricavare l’idrogeno (H) direttamente dall’acqua, semplicemente separandolo dall’ossigeno (O). In pratica, le auto a idrogeno potrebbero essere configurate come veicoli funzionanti ad acqua.

L’idrogeno può essere ricavato dall’acqua mediante un processo di elettrolisi, ma anche dal metano; in quest’ultimo caso sarebbe allo stato gassoso e bisognerebbe comprimerlo ad alta pressione, un problema aggiuntivo per quanto riguarda i costi e la sicurezza.

Una volta che si ottiene l’idrogeno si procede mediante la ionizzazione, una reazione chimica che permette di strappare ai suoi atomi gli elettroni, producendo energia elettrica e vapore acqueo. Chiaramente, l’energia ottenuta servirà per alimentare un motore elettrico, mentre il vapore acqueo verrà espulso senza generare alcun tipo di particolato, in pratica senza inquinare.

Questo è il principio di funzionamento di un motore a idrogeno, qualcosa di davvero innovativo di cui è inutile elencare i numerosi vantaggi dal punto di vista sia economico che ambientale.

Gli ultimi modelli di vetture a idrogeno

Se voi foste interessati all’acquisto di un’auto a idrogeno, dovete sapere che al momento i veicoli hanno bisogno di essere alimentati direttamente con esso. In Italia attualmente esiste un solo distributore nella città di Bolzano, mentre in Europa la rete è comunque molto scarsa.
Certamente questo fatto non vi invoglia all’acquisto di un veicolo alimentato a idrogeno, ma si tratta di una nuova opportunità che merita la giusta considerazione, tenendo un occhio di riguardo verso l’immediato futuro.

A tal proposito la stessa Mercedes ha sviluppato nel corso del 2019 il modello GLC Fuel Cell, un veicolo che vanta la potenza di 210 CV e affianca alle celle a combustibile indispensabili per l’idrogeno, un sistema ibrido di tipo plug-in, cioè ricaricabile tramite le apposite power-station. Questa vettura è certamente il massimo dell’innovazione, un tentativo audace di precorrere i tempi e offrire al pubblico qualcosa di straordinario sotto ogni punto di vista.

Dal Giappone invece, la Hyundai propone la Nexo, una vettura alimentata interamente a idrogeno grazie a tre celle a combustibile in grado di erogare 163 CV di potenza.

La Honda si fa notare con la Clarity, un veicolo da 176 CV di potenza e 300 Nm di coppia massima.

Veicoli a confronto: perché preferire l’alimentazione a idrogeno all’ibrido plug-in e all’elettrico

In questo periodo storico la tecnologia ibrida plug-in è senza dubbio la più perseguita dalle aziende e sembrerebbe essere la vera alternativa ai motori a combustione interna e al conseguente sfruttamento dei combustibili fossili. Vediamo invece quali sono le ragioni per cui potreste preferire una vettura a idrogeno, ammesso che ci sia la possibilità di guidarla:

  • è meno inquinante delle vetture elettriche e si può definire come un veicolo a zero emissioni;
  • il pacco batterie è decisamente più piccolo e meno pesante di quello necessario per alimentare un’auto completamente elettrica;
  • i tempi di ricarica sono di circa 10 minuti, mentre una vettura elettrica ha bisogno di almeno 30 minuti di ricarica nel migliore dei casi;
  • l’autonomia è superiore di almeno il 50% rispetto alle auto elettriche;
  • possibilità di ottenere un cospicuo ecobonus all’atto della rottamazione del veicolo a combustione interna;
  • la durata delle batterie è più lunga di quelle montate sulle auto elettriche, fatto che contribuisce attivamente alla salvaguardia dell’ambiente e permette di risparmiare sullo smaltimento, considerando anche le dimensioni inferiori degli accumulatori.

Considerando il tutto, potreste chiedervi il perché si stia ancora pensando alle tecnologie ibride plug-in, ancor prima di quelle totalmente elettriche, prima di passare a ciò che sembra essere la migliore soluzione in assoluto.
Il discorso verte sempre sull’aspetto economico che certamente non può essere trascurato; probabilmente le tecnologie a idrogeno avranno il loro tempo, ma per ora devono cedere il passo ad alternative in grado di tenere vivo il mercato, sia per chi lavora che per il consumatore finale.

La stessa Ferrari, azienda capace di buttare il cuore oltre l’ostacolo come pochi altri, ha proposto con la nuova SF-90 stradale una vettura ibrida plug-in da sogno, specie se oltre alle emissioni si tengono in considerazione le prestazioni, degne di motori turbobenzina che poco hanno a che vedere con la salvaguardia dell’ambiente.

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